Stop alle aste per opere pubbliche, via i sussidi per l'acquisto dei prodotti energetici e dei biglietti per il trasporto pubblico, svalutazione del peso sul dollaro, nel cambio ufficiale, di circa il 100 per cento. Sono alcune delle misure disegnate dal governo argentino del presidente, Javier Milei, per cercare di "evitare di portare il Paese verso la catastrofe" finanziaria. Un pacchetto di provvedimenti illustrati dal ministro dell'Economia, Luis Caputo, in un atteso discorso video, aperto da considerazioni generali sulla portata e le motivazioni degli interventi. Per riportare il Paese a galla era necessario "identificare la genesi del problema": l'inflazione, il debito, il dollaro, sono tutte conseguenze della "maniera errata di aver finanziato il deficit fiscale". per sostenere la spesa in eccesso, rispetto a quello che incassa, lo Stato si indebita con organismi internazionali o sul mercato, finendo per creare "gravi problemi finanziari". Se si ricorre all'emissione di moneta, si crea una sovrabbondanza che porta alla svalutazione della divisa nazionale, il peso, tanto sul dollaro quanto rispetto ai prezzi, spingendo l'inflazione ai livelli "che conosciamo". "Abbiamo sempre cercato di risolvere le conseguenze e mai il problema. Noi veniamo a fare l'opposto, risolvere la causa. Risolvere la dipendenza da deficit fiscale".
"Ridurremo i sussidi per l'energia e i trasporti", lo strumento attraverso cui lo Stato, sin qui, ha mantenuto "artificialmente molto bassi i prezzi". Un "inganno", dal momento che questi sussidi "non sono gratis ma si pagano con l'inflazione", ha detto il ministro che ha anche censurato i sussidi speciali concessi all'area metropolitana di Buenos Aires, che creano una ulteriore ingiustizia rispetto alle altre zone del Paese. Il governo ha quindi deciso di non indire più aste per opere pubbliche e cancellare quelle già aggiudicate, ma i cui lavori non sono ancora iniziati. "La verità è che non ci sono soldi per pagare opere pubbliche che, come tutti gli argentini sanno, il più delle volte sono strumenti per far arrivare soldi nelle tasche dei politici o imprenditori di turno. Le opere pubbliche sono sempre state uno dei focolai di corruzione dello Stato, e con noi questa pratica finisce", ha detto il ministro. "Le opere infrastrutturali in Argentina saranno realizzate dal settore privato, dato che lo Stato non ha più soldi né strumenti per finanziarle", ha aggiunto.
Il governo intende "fare chiarezza" nel complesso sistema dei cambi, portando il cambio ufficiale del dollaro a 800 pesos, contro la quota compresa tra i 300 e 400 cui viaggiava negli ultimi giorni. Un livello individuato per fare in modo che " i settori produttivi abbiano davvero gli incentivi adeguati per aumentare la produzione". Su questa cifra si innesta un aumento provvisorio dell'imposta nazionale delle importazioni e le ritenute sulle esportazioni non agricole", in una misura però non chiarita. "Una volta superata l’emergenza, procederemo all’eliminazione di tutti i dazi all’esportazione, che consideriamo una tassa dannosa che ostacola lo sviluppo argentino", ha detto. Come abbondantemente annunciato nelle settimane scorse, "il governo non rinnoverà i contratti di lavoro statali sottoscritti nell'ultimo anno". Una pratica "quella di assumere amici e parenti in vista delle elezioni, che la politica ha sempre usato". Il governo decide inoltre di sospendere la "Pauta nacional", i sussidi che presidenza e ministeri concedevano ai media perché questi trasmettessero campagne comunicative del governo. "Non ci sono soldi per spese che non siano strettamente necessarie e tanto meno per sostenerle con i soldi dei contribuenti medi creati solo per elogiare le virtù dei governi al potere", ha chiarito Caputo. Si riducono inoltre "al minimo" i trasferimenti che lo Stato centrale, in modo discrezionale, concede alle province. "Risorse che, purtroppo, nella nostra storia recente sono state utilizzate come merce di scambio per ottenere favori politici". Cosciente dell'impatto che le misure economiche avranno sulle fasce meno abbienti, il governo si impegna al tempo stesso a mantenere alcuni strumenti di welfare, e, soprattutto "rafforzando le politiche sociali che vanno direttamente ai beneficiari, senza intermediari". Rientrano in questo capitolo l'assegno universale per il figlio e la tessera alimentare.