Il governo dell'Argentina ritiene improbabile che Unione Europea e Mercosur, l'area di integrazione economica che comprende anche Brasile, Uruguay e Paraguay, possano chiudere l'accordo di libero commercio entro la fine dell'anno. Un testo, ha detto il presidente uscente dell'Argentina, Alberto Fernandez, che "ha trovato molte resistenze all'interno dell'Europa" e che occorrerà discutere ancora per raggiungere "determinate condizioni che permettano di sostenere e far crescere le nostre industrie". L'idea del Brasile, presidente di turno del Mercosur, era di chiudere definitivamente entro fine anno un negoziato avviato oltre 20 "L'accordo non si è firmato non perché non voglia ma perché ha trovato resistenze all'interno dell'Ue", ha detto. Il ministro degli Esteri, Santiago Cafiero, ha da parte sua riconosciuto che "il lavoro svolto è stato tanto", ma assicurato che "le trattative continueranno", dal momento "che non ci sono le condizioni per firmare l'accordo". Per il titolare della diplomazia argentina, il testo - nell'attuale formulazione -, ha "un impatto negativo nell'industria del Mercosur" non compensato da "benefici per le esportazioni agroalimentari soggette a quote molto restrittive e regolazioni ambientali unilaterali" che espongono il settore a un "futuro di vulnerabilità".
Diversi protagonisti del negoziato - a margine del vertice sul clima tenutosi a Dubai (Cop28) - avevano la scorsa settimana prospettato l'ipotesi di annunciare la firma nei prossimi giorni, anche approfittando del vertice Mercosur che si terrà giovedì a Rio de Janeiro. Ma era stato lo stesso presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, a raffreddare le aspettative. "Se non c'è accordo pazienza, non è stato per mancanza di volontà", ha detto il presidente prima di volare per Berlino, atteso a una visita di due giorni. "L'unica cosa che bisogna rendere chiaro è che non si dica più che è per colpa del Brasile o per colpa dell'America del sud", ha aggiunto il presidente, critico soprattutto con il presidente della Francia, Emmanuel Macron, le cui posizioni "protezionistiche" sono un ostacolo per i negoziati. "Se non c'è accordo, almeno sarà chiaro di chi è la colpa", ha detto.