Venerdì 29 dicembre il governo argentino ha annunciato di aver inviato una lettera ai paesi membri del blocco BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) per comunicare che non ritiene "opportuno in questo momento" partecipare a questo spazio di economie emergenti.
Lo ha annunciato il Ministero degli Affari Esteri, guidato da Diana Mondino.
Fonti governative hanno confermato all'agenzia statale Télam che è stata inviata una nota ai presidenti dei cinque paesi che compongono il blocco: Luis Inácio Lula da Silva (Brasile), Cyril Ramaphosa (Sudafrica), Narendra Modi (India), Xi Jinping (Cina) e Vladimir Putin (Russia).
Firmata dal presidente Javier Milei, la lettera spiega che "l'impronta in materia di politica estera" dell'attuale amministrazione "differisce in molti aspetti da quella del governo precedente".
Inoltre, nella lettera a Lula si chiarisce che, al di là delle dimissioni dai Brics, si ribadisce "l'impegno" del governo a "intensificare i legami bilaterali con il suo paese, in particolare l'aumento dei flussi commerciali e di investimento".
Lo scorso agosto, Argentina, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Iran ed Emirati Arabi Uniti (EAU) sono stati ammessi a far parte del gruppo a partire dal 1° gennaio 2024.
Il forum dei Brics rappresenta attualmente il 36% del PIL mondiale e il 46% della popolazione mondiale.
All'epoca, l'allora presidente Alberto Fernández dichiarò che l'Argentina si pose l'obiettivo di aderire ai Brics perché "il difficile contesto internazionale conferiva al blocco una singolare rilevanza e lo rendeva un importante riferimento geopolitico e finanziario".