Il Presidente Alberto Fernández presiederà oggi la 62ª sessione plenaria del Vertice dei Capi di Stato del Mercosur e degli Stati associati a Puerto Iguazú, nella provincia di Misiones.
Alla sessione plenaria, parteciperà anche il Ministro dell'Economia, Sergio Massa.
Nel frattempo, il capo di gabinetto, Agustín Rossi, guiderà l'apertura della seconda riunione della Piattaforma regionale contro la tratta di persone e il traffico di migranti presso il Museo del Bicentenario del Palazzo del Governo.
Da parte sua, il ministro dello Sviluppo territoriale e dell'Habitat, Santiago Maggiotti, parteciperà al Vertice internazionale Habitat dell'America Latina e dei Caraibi presso l'Università di Palermo.
I presidenti dei Paesi del Mercosur tornano oggi a riunirsi - per la prima volta dal 2019 - con un'agenda centrata soprattutto sulle complicate trattative dell'accordo di libero commercio con l'Unione europea (Ue). L'incontro, si tiene a Puerto Iguazù (località nell'estremo nord orientale dell'Argentina, al confine con Paraguay e Brasile), sarà anche occasione del cambio di presidenza di turno, dal padrone di casa, Alberto Fernandez, al presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva. Ieri è stata la volta dei ministri degli Esteri dei quattro Paesi, cui si è aggiunto anche il rappresentante della Bolivia, Paese nel pieno del processo di adesione. Manca il Venezuela, Paese sospeso dal 2017, che però il Brasile ha fatto sapere di voler reintegrare a titolo pieno. Al vertice è atteso anche un passaggio sull'aspirazione del presidente dell'Uruguay, Luis Alberto Lacalle Pou a formare un accordo bilaterale con la Cina, forzando la regola secondo cui non si possono concludere intese commerciali indipendentemente dagli altri Paesi del blocco (che si completa con il Paraguay)
Quello dell'accordo commerciale tra Ue e Mercosur, quando sembrava vicino alla firma, si è rivelato più spinoso del previsto. Il ritorno di Lula alla presidenza del Brasile, dopo il gelo mostrato da diverse capitali europee nei confronti di Jair Bolsonaro, aveva motivato il governo della Spagna - che assume la presidenza di turno dell'Unione - a scommettere su una chiusura accelerata dell'accordo, magari approfittando del vertice Ue-Comunità dei Paesi dell'America latina e dei Caraibi (Celac) in agenda a Bruxelles a metà luglio. Ma le proposte arrivate dai Ventisette per sbloccare le questioni ancora pendenti sono state respinte anche da Lula. È un documento "non accettabile perché ha aggiunto come condizione obbligatoria il rispetto dell'accordo ambientale di Parigi, che nessuno al mondo rispetta", ha spiegato da ultimo Lula rivendicando l'esigenza di crescita del Brasile, cui è necessario prestare attenzione. "Per un accordo che soddisfi tutti serve più flessibilità", ha detto Lula avvertendo che il Paese sta "preparando" la risposta.
Posizioni ribadite in apertura del vertice dei ministri degli Esteri, dall'argentino Santiago Cafiero, secondo cui il testo dell'accordo non tiene conto delle "asimmetrie" tra i blocchi e dei cambiamenti intercorsi dalla firma, nel 2019. "L'Accordo Ue-Mercosur, così come è stato chiuso nel 2019 riflette uno sforzo non eguale tra blocchi asimmetrici e non risponde all'attuale scenario internazionale", ha detto il ministro. Il prodotto interno lordo dell'Ue "è circa sei volte più grande di quello del Mercosur, e 25 dei 27 Paesi dell'Ue hanno un Indice di sviluppo umano più alto di uno qualsiasi dei paesi del nostro blocco", ha specificato Cafiero ricordando che con l'accordo, il Mercosur "libera dazi per il 95 % delle esportazioni europee di prodotti agricoli, mentre l'Ue liberalizza solo l'82 per cento delle importazioni dal Mercosur, lasciando il grosso del resto dei prodotti con quote o preferenze fisse". L'Argentina critica infine le nuove richieste di Bruxelles circa il rispetto degli impegni ambientali contenuti nell'Accordo di Parigi, comprese eventuali sanzioni in caso di mancato rispetto: "l'Europa ci chiede cambi ma non ci dice come possiamo applicarli".
Il tema era stato trattato nel corso del bilaterale tra la presidente della Commissione e il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva. Questo aveva espresso "preoccupazione" per il contenuto del protocollo aggiuntivo presentato dall'Ue per sbloccare l'intesa e superare le resistenze, soprattutto di parte francese, rispetto a presunte inadempienze di Brasilia su questioni ambientali. "Ho esposto alla presidente Von der Leyen le preoccupazioni del Brasile per il protocollo aggiuntivo presentato dall'Ue nel corso dell'anno, che aumenta gli obblighi per il Brasile, introducendo anche sanzioni in caso di mancato rispetto", ha detto Lula nel punto stampa. "La premessa necessaria tra partner strategici è quella della fiducia reciproca e non della sfiducia e delle sanzioni", ha detto. Von der Leyen ha spiegato che il protocollo aggiuntivo deve intendersi come una base di discussione per poter arrivare a un'intesa.