Il ministro dell’Economia e candidato di Uniòn por la Patria, il peronista Sergio Massa, si è imposto sul leader de La libertà avanza (Lla), l’ultraliberista Javier Milei, nel terzo e ultimo dibattito in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali in Argentina, in programma il 19 novembre, che si è tenuto domenica alla Facoltà di diritto dell’Università di Buenos Aires (Uba).
Massa ha incalzato il rivale con domande dirette sulle proposte più controverse del suo programma politico, come l’eliminazione dei sussidi, la privatizzazione del giacimento non convenzionale di Vaca Muerta, la dollarizzazione e l’eliminazione della Banca centrale. Alla domanda di Massa se manterrà relazioni diplomatiche con Cina e Brasile, i due primi partner commerciali dell'Argentina, Milei ha risposto che "non è disposto a impostare relazioni con quei paesi che non rispettano la democrazia, le libertà individuali e la pace”. "La rottura del Mercosur e le relazioni con Brasile e Cina rappresentano due milioni di posti di lavoro in meno e un impatto di 28 miliardi di dollari. Un presidente non può essere governato da capricci o ideologie", ha risposto Massa, avvertendo che la proposta di “aprire l'economia” avanzata da Milei “distruggerà migliaia di famiglie”. L'attuale ministro dell'Economia è apparso sicuramente il più incalzante e preparato dei due, imponendo a tratti l'agenda e i tempi del dibattito. Massa ha cercato di far emergere il lato più aggressivo e instabile del suo avversario con provocazioni costanti in alcuni casi portate anche sul piano personale.
Una strategia che tuttavia ha limitato il tempo per illustrare il programma di governo e, forse, di convincere il 10-15% di elettori che, secondo i sondaggi, sono ancora indecisi. L'ultraliberista Javier Milei, noto per il suo carattere irascibile, ha assorbito le provocazioni di Massa cercando il più possibile di mostrarsi sereno. L'uomo della motosega nei comizi ha tuttavia perso in questo modo parte dell'incisività che lo ha contraddistinto durante la campagna elettorale. Milei ha anche fatto parzialmente marcia indietro su alcuni dei punti più controversi del suo programma economico, soprattutto in materia di tagli ai sussidi e di privatizzazione dell'educazione e della sanità. Nonostante la performance di Massa, media e analisti concordano che il dibattito non sposta l'ago della bilancia elettorale che gli ultimi sondaggi mostrano quasi in equilibrio e che gli indecisi definiranno il loro voto nei sette giorni che mancano al ballottaggio di domenica prossima.